Benvenut* nel mio blog

Un diario aperto a tutti, dove i pensieri che ho voglia di gridare possono prendere vita e raggiungere gli altri, per essere condivisi, discussi, anche smontati volendo

domenica 21 novembre 2010

Cronaca di una manifestazione studentesca

Ultimamente ho smesso di partecipare alle manifestazioni e ai cortei studenteschi: troppo poco organizzati, troppa gente che li usa come scusa per stare a letto o andare in giro per negozi, troppa politicizzazione e strumentalizzazione.
Ma Venerdi non potevo mancare.
Mi piace pensare (nonostante non sia così credente) che un qualche Dio fosse dalla nostra parte, perchè tra tutti i giorni di pioggia, Venerdì c'era il sole, c'era caldino (per il periodo forse anche troppo)...era la giornata perfetta.
Ma perchè proprio questo Venerdi era importante?
Perchè la Gelmini era attesa per una conferenza (su scuola ed industria) organizzata da Confindustria, e alla quale era presente pure Emma Marcegaglia.
Alla fine la Gelmini non si è presentata (per l'aria, non certo buona che tira nel governo, diciamola così), ma noi, in tanti, eravamo davanti alla sede del convegno ed eravamo decisi a farci ascoltare ancora una volta, l'ennesima, nel tentativo di essere finalmente presi in considerazione.
A parte il lancio di uova, carta igenica e quant'altro, che poteva essere evitato, a parte le bandiere di partito che a un certo punto sono spuntate, a parte qualcuno che era un po' troppo esaltato...è stata qualcosa di bello, di buono.
Mi ha fatto piacere vedere dei caschi blu parlare tranquillamente con i ragazzi, mi ha fatto piacere che alcuni abbiano ottenuto un colloquio con i vertici di Confindustria Modena, mi ha fatto piacere vedere che eravamo in tanti con la stessa volontà di farci sentire, nonostante le idee politiche...
Ma la cosa che mi ha fatto più piacere, che mi commuove anche ora, è stata vedere che le maestre su di un pullman di bimbi delle elementari (bloccato nel traffico causato dal nostro corteo) ci sorridevano, ci applaudivano, ci incoraggiavano ad andare avanti, ed è stato per me spontaneo rivolgere a loro un applauso.
E allora mi dico, che forse a qualcosa è davvero servita questa manifestazione...a dare un segnale a loro, ai bambini che quando saranno grandi e ripenseranno forse si ricorderanno di quel corteo di ragazzi, agli automobilisti che abbiamo bloccato, ai caschi blu, alle cameriere dell'hotel dove si teneva il convegno e che ci hanno applaudito (anche loro, si)...forse servirà per riflettere e per pensare a quello che si può fare.
Finchè si tenta in un qualche modo di lottare, nulla è vano.









(Foto di Elisa Bodecchi      http://www.facebook.com/profile.php?id=1618161160 .... Grazie 1000)

mercoledì 17 novembre 2010

Maledetti Ignavi

Coloro che in vita mai presero una decisione, i cosiddetti ignavi, sono oggetto da parte di disprezzo da parte di Dante, che li colloca nell'antinferno: personaggi senza meriti o colpe, che ora, nudi, punti da vespe e mosconi inseguono una decisione, una direzione, una bandiera.
Ma chi sono oggi gli ignavi?
Sono coloro che vivono nell'indecisione, senza scegliere mai: bianco o nero, bene o male, luce o buio.
Sono coloro che davanti al pestaggio di una persona (specie se straniera) restano immobili, senza agire, senza tentare di frenare l'aggressione, semplicemente intenti a guardare la scena.
Sono coloro  che non si interessano di politica, facendo di tutta l'erba un fascio, dicendo che sinistra e destra non esistono, che non vanno a votare perchè senza un'idea in merito.
Sono coloro che davanti ad un ostacolo si fermano dicendo "tanto ci penserà qualcun altro".
Sono coloro che passano giornate vuote, perchè indecisi su cosa sia davvero interessante fare, su dove andare, con chi parlare.
Sono coloro che rimasti senza un lavoro restano con le mani in mano, aspettando una "manna dal cielo" che risolva tutti i problemi, senza pensare da soli alle possibili soluzioni.
Sono i ragazzi che a scuola vanno per "inerzia", che non puntano nè ad andare bene nè ad andare male, che prendono tutto così come viene.
Sono gli studenti che la mattina di uno sciopero non entrano a scuola nè vanno in corteo: stanno a letto!
Sono tutte le persone che si lamentano del proprio paese, del proprio governo, del proprio futuro a rischio, e che, anzichè pensare a come nel proprio piccolo, possono contribuire a migliorare, dicono "non è un problema mio".
Ecco, ignavi sono coloro che, forse per fatica, mai hanno scelto e mai sceglieranno.
E sono tanti...
Sono tante le persone incapaci di scegliere.
Sono le pecore bianche portate avanti dal gregge, che scelgono "secondo i tiramenti del momento, badando solo di riempirsi la pancia" come dice Guccini, incapaci in realtà di scegliere con la propria testa.
Col senno del poi, gli ignavi diverranno sempre di più: menti offuscate dalla "televisione" che illude e storidisce, dalle mode che uniformano le idee, dalla cultura che viene "svalutata".
Ignavi sono anche coloro che non fanno nulla per preservare il patrimonio storico e culturale del nostro paese, e che quando questo viene danneggiato, chiamandosi fuori da ogni responsabilità affermano "Non è colpa mia".
L'ignavia è forse una delle colpe più gravi e facili da commettere per una persona, soprattutto se vive in una democrazia dove è chiamata a fare sentire la propria voce.
Certo assumersi le proprie responsabilità può essere difficile, può essere un peso; ma non fare nulla per la semplice paura di sbagliare, di ricevere una critica, non porta a nulla, se non all'essere meno utili di un parassita.
La coscienza di una persona si forma anche sulle scelte che essa compie, ma se questa non "pende" mai da nessuna parte, la sua coscienza resta arida, ma fertile allo sfruttamento da parte delle menti più subdole.
E allora non lamentiamoci se tutto non gira per il verso giusto, piuttosto diamoci da fare per dare noi il nostro aiuto concerto, in modo tale che, se anche un inferno esiste, Dante non possa mai collocarci tra gli ignavi...al massimo sentiremo un po' più caldo e soffriremo un po' di più, ma almeno sapremo che la nostra colpa viene dalle nostre azioni.

Compito di punizione, il tema era "gli ignavi, chi sono oggi..."
Vedremo, se mai la prof lo correggerà, quale sarà il risultato...

domenica 7 novembre 2010

Oh guarda....un foglio....

Della serie "le cose saltano fuori dopo anni e nemmeno ti ricordi della loro esistenza"...
Mia madre mi ha appena dato un foglio che non so come e non so perchè era dentro un mobile a casa di mia nonna...
Poesia (o presunta tale) datata (facendoci un qualche conto) aprile-maggio 2006, all'epoca ero in prima media e come al solito per la festa della scuola si organizzava il concorso di poesia, e io facevo sempre delle pessime figure...solo che a rileggerle ora (oltre a vergognarmi) mi fanno molto riflettere.
Il tema era "Bambino io, bambino tu...io e i ragazzi del mondo"
e avevo scritto questo:

Perchè ancora oggi ci sono discriminazioni?
se vogliamo allargare la cultura
dobbiamo fare amicizia con tutti i popili.

Se la tua pelle è nera
rossa, gialla, olivastra
o bianca...a me non importa!

Se sei cattolico, musulmano, 
ebreo, ortodosso, buddista,
indù...a me non importa!

A nessuno piacciono le discriminazioni,
Le guerre, le ribellioni.
Perchè essere nemici quando si potrebbe essere amici?

(ometto l'ultima parte perchè è davvero infantile...la solita rima cuore amore che ultimamente mi infastidisce un pochetto...)


La linea di pensiero, fortunatamente, non è cambiata

mercoledì 3 novembre 2010

Non è possibile rinchiudere le idee in una galera

Ditemi che finirà- pensava- ditemi che non piangerò più e che non avrò più preoccupazioni!
Il sole era ormai sparito, sceso oltre la linea dei tetti che aveva davanti a se...nella stanza le ombre lunghe della sera avevano lasciato quasi totalmente posto all'oscurità, ma lei non si decideva ad accendere una qualsivoglia luce artificiale.
Pensava al suo paese, a tutti i principi sani che le erano stati dati e li vedeva calpestati...pesava a quello che dicevano di lei e vedeva solo una grande sconfitta personale.
Amava l'Italia, amava la sua città, la storia del suo paese, amava studiare e scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo...ma amava anche la libertà.
Solo che quel senso di libertà non riusciva più a provarlo...non poteva dire ciò che pensava, non poteva scrivere le sue idee, solo frasi con qualche significato velato per evitare la censura.
Non si sentiva più libera, più rispettata nel dire sono onesta, sono antifascista, sono una donna che ha ancora una dignità.
Vedeva intorno a se solo apparenza, mancanza totale di sincerità, di chiunque nell'essere...
Fino a qualche tempo prima si sentiva fiera di dire "Sono Italiana", ora non lo diceva più...lo pensava solo, pensando al passato e piangeva.
Il regime l'aveva privata di un'identità! Era stata marchiata per le sue idee, e come tale veniva trattata: una dissidente, una palla al piede dei potenti!
Ma aveva ancora voglia di fare sentire la sua voce, di potere dire "ci sono, non mi hanno annientata", aveva voglia di gridare al mondo che lei continuava a pensare con la sua testa...ma come?
Quella cella era troppo piccola per lei, troppo piccola per darle lo spazio per permettere ai sogni di diventare concreti nella sua testa.
Le guardie non le lasciavano la possibilità di fare nulla anche di lontanamente sospetto...non un foglio, non una penna potevano entrare, non poteva cantare, non poteva ballare...per loro era una matta, perchè per mettersi contro al regime pensavano, si deve essere matti.
Ma lei non lo era...lei era forte, e l'unica cosa che non le potevano togliere era la speranza, la speranza che qualcosa prima o poi cambiasse, la speranza che la gente aprisse gli occhi.
Quanti amici aveva visto cambiare...quanti punti fermi erano diventati ora null'altro che sassi in balia della corrente, soggetti agli umori del fiume, della massa...
Poi la sera, la cena, il letto duro dove finalmente poteva abbandonare il dolore e accogliere il sonno a lungo cercato...
Non sono come gli altri io, non sono una pecora...sono un'aquila, e fiera porterò le mie idee, e ne le armi, ne l'inganno mi toglieranno quello che più nessuno qui dentro ha: l'anima!