Benvenut* nel mio blog

Un diario aperto a tutti, dove i pensieri che ho voglia di gridare possono prendere vita e raggiungere gli altri, per essere condivisi, discussi, anche smontati volendo

lunedì 29 agosto 2011

 Il ragionamento che sto per scrivere ha preso vita partendo da una frase trovata ne "Il Fu Mattia Pascal" di Pirandello, che finalmente, con mia immensa gioia, sono riuscita a finire di leggere e ad apprezzare.
La frase è la seguente:
Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo della maggioranza. Perché, quando il potere è in mano d'uno solo, quest'uno sa d'esser uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa; la tirannia mascherata da libertà. (cap. XI).
Ecco, partendo da qui ho iniziato a pensare che forse anche quell'uno, potendo, penserà a contantar solo se stesso, non solo oggi, ma anche nel passato, assecondando i capricci personali e curandosi un po' meno dei suoi sottoposti, sudditi o cittadini che siano.
Mi viene da dire, con ragionamento un po' anarchico, che forse non vi sono poteri buoni (come canta De Andrè).
Brutto a pensarsi, brutto a dirsi, vale a dire che non si potrà mai essere felici sotto un qualche governo, di qualunque tipo.
Basta chiedere a qualcuno della mia età cosa pensa della politica, le risposte più frequenti sono "non mi interessa", "sono tutti uguali" ecc ecc ecc.
Potrebbe esserci una ragione, ed effettivamente a vedere come stanno ultimamente le cose nel mondo, si potrebbe anche confermare l'affermazione "sono tutti uguali", o forse no.
Forse ancora qualcuno c'è, capace di portare un vento di rivoluzione, il problema è che questo vento dovrebbe essere portato dai giovani, quegli stessi giovani a cui la politica non interessa.
E con qualche bella eccezione (vedi i tanti giovani dell'africa mediterranea e del medio oriente che hanno deciso che sotto i loro politici non vogliono marcire e morire, vedi Camila Vallejo che in Cile è a capo della rivolta studentesca), forse il cambiamento potrebbe venire.
Mi domando se i grandi rivoluzionari alla mia età cosa pensassero, se immaginassero di entrare nella storia per le loro idee, le loro azioni, i loro sogni, a volte realizzati a volte affossati.
A diciassette anni si sogna di diventare qualcuno di importante, di conosciuto: amici fighi, macchina figa, casa figa, partner invidiabile, lavoro importante e redditizio.
Poi si cresce e magari ci si trova in casa coi genitori, senza un partner, con una macchina vecchia e scassata e a lavorare con un misero stipendio, facendo quello che mai ci si sarebbe aspettati.
Tutti sogniamo lavori fighissimi, di guagnare tanti soldi, non vorremmo mai doverci spaccare la schiena in fabbrica.
Però qualcuno ci finirà in fabbrica, perchè servono operai, come medici, come professori, come netturbini.
E chi spera di ottenere il massimo successo col minimo sforzo, forse si dovrà ricredere.
Ovvio, qualcuno ce la farà, ma sarà uno su un milione.
Ecco perchè credo che sia importante impegnarsi fin da piccoli, studiare, informarsi: per essere preparati un giorno ad affrontare quello che la vita riserverà, senza farsi trascinare nell'abisso dai colpi di scena improvvisi.