Benvenut* nel mio blog

Un diario aperto a tutti, dove i pensieri che ho voglia di gridare possono prendere vita e raggiungere gli altri, per essere condivisi, discussi, anche smontati volendo

mercoledì 24 marzo 2010

Primavera...forse

Teoricamente è primavera...in pratica si spera che lo rimanga.
Fino a ieri ad essere sincera, non sembrava così tanto...
Oggi invece, la situazione è mutata: cielo azzurro, temperatura mite, uccelli che cantano e tutte quelle belle immagini poetiche che evocano questa stagione.
Finalmente, grazie alla giornata priva di impegni, senza compiti lunghi e materie pallose da studiare, sono uscita un po'.
Da sola, come purtroppo mi capita spesso, perchè la mia migliore amica aveva da studiare, da sola perchè non mi andava di chiedere a qualcun altro di uscire solo per non essere sola.
Ho messo una felpa (solo una felpa, finalmente) e ho attraversato i 50 metri di asfalto che separano casa mia dal parco.
Sono andata in biblioteca, ho restituito i libri vecchi e ne ho presi in prestito dei nuovi; poi mi sono seduta su una panchina a me cara, ho acceso l'iPod e mi sono letta le trame.
Intorno a me i bambini giocavano, correvano, ridevano; dietro di loro madri e nonne a controllare che non si facessero male; qualche coppietta che chiacchierava, qualche sportivo che correva.
A un certo punto ho staccato gli occhi dai libri e mi sono lasciata portare dalla musica.
E ho quasi pianto: per liberarmi...per sentirmi LIBERA.
Sono queste le giornate che mi rendono felice, perchè anche se sola sono riuscita ad essere felice...e questo mi piace, mi piace davvero tanto...

venerdì 19 marzo 2010

Questione di ritmo

Si rendeva conto che era solo una questione di ritmo, e lei, sapeva di averlo, il ritmo.
Era sabato pomeriggio e lei era chiusa in una sala prove con la band a cui si era unita una settimana prima.
Sentiva che le prove non stavano andando per il verso giusto e sapeva che era colpa sua, colpa della sua improvvisa mancanza di ritmo. Aveva deciso di staccare: era uscita e aveva iniziato a piangere. Ma non erano lacrime di dolore; erano le lacrime liberatore: quelle che ogni tanto le servivano per fare uscire tutti i pensieri della settimana e scaricare la tensione.
Era scesa nell’atrio e, alla macchinetta del caffè, aveva preso un bicchiere di cioccolata, anche se un bicchiere bianco di plastica non le dava la stessa sensazione di coccole di un bel tazzone con una faccia sorridente disegnata sopra.
Era tornata al piano superiore e aveva aperto la finestra del corridoio, a lei si apriva un paesaggio desolante: una distesa di cemento che terminava con un campo nomadi, le luci e i rumori lontani della città come sfondo. L’aria fresca di marzo le scompigliava i capelli e gli echi delle chitarre le creavano l’atmosfera perfetta per sfogarsi.
Un’improvvisa ondata di luce dietro l’angolo, le comunicò che qualcuno era uscito dalla stanza, forse per andare al bagno. Era certa che non sentissero la sua mancanza, ma sapeva che doveva tornare, solo per non farsi etichettare come stronza e primadonna.
Poi aveva sentito dei passi e le braccia di lui stringerla forte, i suoi riccioli biondi le si erano posati sul collo nudo e il suo profumo l’aveva avvolta.
Il bacio che era seguito sapeva di cioccolato e sale (quello delle sue lacrime) e le aveva donato quella sensazione che aveva invano cercato durante la giornata: la calma.
Erano rimasti così, abbracciati, al buio, per molti minuti, senza dire nulla, solo a sentirsi respirare, poi erano rientrati.
Avevano deciso di nascondere ciò che era accaduto, non perché fosse sbagliato, ma perché raccontarlo, anche omettendo i particolari, l’avrebbe privato della sua magia.
Gli altri, dal canto loro, non avrebbero potuto sospettare molto, dato che lui era uscito con la scusa di una chiamata per un ingaggio, ingaggio che poi era “saltato”. Lei era rientrata per prima, lui con ancora il tele-fono all’orecchio: nessuno, almeno per questa volta, avrebbe saputo nulla.
Finalmente aveva ritrovato il suo ritmo, ma le due ore erano passate, le prove erano finite e ciascuno doveva tornare a casa propria.
Lei aveva acceso l’iPod e sedendosi sui gradini dell’entrata, si era concessa l’ultimo momento di riflessione, gustando quel senso di libertà che la giornata le stava inaspettatamente regalando; poi aveva infilato il casco ed era partita, per la prima volta, senza rimpianti, riguardo a se stessa.

Racconto buttato giù durante la mattinata a scuola...seguo il consiglio di Ludovico e lo pubblico..

giovedì 11 marzo 2010

Manifestazioni e riforma

Domani c'è lo sciopero generale...e a Modena ci saranno un corteo e una manifestazione studentesca (o così pare).

Non parteciperò...

Oddio, avessi potuto avrei anche partecipato (nonostante il freddo), ma dato che per una serie di motivi non posso partecipare, eserciterò il mio diritto allo studio nell'unico altro modo che conosco: entrando a scuola.

Entrerò a scuola perchè, si potrei fare capire che sono contro a quello che sta succedendo nel nostro paese rimanendo a letto e quindi non presenziando alle lezioni, ma, credo che sia più onesto non starmene a poltrire mentre chi è deciso lotta.

Saremo pochi in classe...saremo pochi e saremo etichettati come secchioni e sfigati.

Non me ne frega niente...non mi piacciono i ragionamenti del "in classe non c'è nessuno: sto fuori, in classe c'è tanta gente: entro" per poi finire invece che in corteo a dimostrare quello che si vuole dimostrare, in giro per Modena a cazzeggiare, rendendo vani i tentativi di lotta.

Vedremo come si evolverà la situazione domani...avrei voluto fare un'assemblea nei giorni scorsi, per fare capire davvero quello per cui si manifesta domani, ma con la scuola di nuovo chiusa a causa neve non ci sono riuscita...

E intanto a guardare i Tg mi viene sempre più da piangere...

lunedì 8 marzo 2010

Festa Della Donna

Grazie a Dio sono Donna:
Sensibile, Gentile, Lunatica, Intelligente e Tante Tante altre belle cose...
Sinceramente, non so che scrivere...forse perchè le cose che penso sono troppe...
E' La nostra festa...Festa con un profondo significato che però ultimamente stiamo dimenticando, trasformando pure questo giorno in una trovata commerciale.
Siamo donne...lo siamo SEMPRE...indipendentemente dal giorno che è oggi, o sarà domani...
Non ci dobbiamo fare mettere i piedi in testa, eppure continuiamo a farlo...
Non dobbiamo più essere un oggetto per l'uomo, eppure continuiamo ad esserlo...
Ma ogni tanto mi viene da pensare che tante battaglie femministe...lotte nelle quali le donne del passato hanno creduto...ora siano talmente assimilate, da dimenticarci il loro vero valore: Divrozio, Aborto, Diritto di Voto, ecc, eccc eccccccc...
Penso anche spesso, che stiamo ritornando indietro...che la donna piano piano stia ritornando a essere subordinata...
Vuoi ottenere qualcosa?? Sesso...facile, sicuro...(un po' di malizia a volte ci sta...ma non devi sempre fare la troia!!!)
La brava mogliettina, la brava fidanzatina, fai tutto quello che vuole lui, così te lo tieni stretto...ohhhhhhhhhhhhhhh...che tristezza!!!
A scuola mi prendo spesso degli insulti, perchè non ci sto a farmi mettere i piedi in testa dai miei 21 compagni del sesso "forte".
E quando so di avere ragione, sto bene con me stessa...
Ma in fondo, si dice che dietro ogni grande uomo ci sia una grande donna...
Credo anche che la donna sia colei che riesce a risolvere brillantemente i problemi più semplici...esempio:
Sabato, ore 18, sala prove, con una band che ho conosciuto appena un'ora prima...il sole sta calando e non ci si vede nulla, si inizia a cercare l'interruttore che noi si trova...dopo 10 minuti di ricerche da parte loro, esco dalla porta io e accendo la luce...mmm oooooook.
Gli auguri oggi ce li hanno fatti, un'amico mi ha anche regalato la mimosa...ma mi chiedo, da domani non ricominceranno a fare di nuovo i cafoni? a esser volgari e a prenderci in giro?
Grazie a Dio sono Donna!