Benvenut* nel mio blog

Un diario aperto a tutti, dove i pensieri che ho voglia di gridare possono prendere vita e raggiungere gli altri, per essere condivisi, discussi, anche smontati volendo

giovedì 29 aprile 2010

La mia generazione...che delusione!!

Ero appena tornata da scuola, dopo un bel cazziatone di ieri sera ai consigli di classe...
Le solite cose no? Si fa casino, Si è opportunisti e via dicendo...
E oggi si è continuato a parlarne in un dibattito durato due ore!
Dicevo...ero appena tornata a casa per niente contenta, perchè per colpa di alcuni (molti o pochi che siano) prendiamo sempre sgridate tutti; mi siedo a tavola, inizio a mangiare guardando il tg1 (l'unico tg che copre la fascia oraria del miei pasti, salvo il tg3 dei giorni in cui ho 6 ore) e sento la notizia:
"Taglieggiavano i compagni fuori da scuola o sugli autobus...in manette tre ragazzi tra i 15 e i 16 anni, a Modena".
Per poco non mi è caduto il cucchiaio pieno di minestrone a terra!
Ora, io vorrei sapere CHI SONO QUESTE TRE TESTE DI CAZZO!
Al tg locale (che ho beccato per puro caso) è stato detto che i tre sono tutti ITALIANI (anzi, se ben ricordo MODENESI) e con una buona famiglia alle spalle!
Che cosa li ha spinti a fare questo?
La mancanza di soldi?? Bah, i loro bottini erano scarsi (20 euro, un iPod, un burrocacao ?!?).
La necessità di sentirsi fighi? Di sentirsi forti e in grado di condizionare le altre persone?
Non so che scuole frequentassero (spero vivamente non la mia, ma ne dubito) ne cosa li abbia davvero spinti; ma mi dico, come si può arrivare a tanto???
Perchè devo sentire parlare della mia città ai tg nazionali, solo per delle stronzate che la fanno sembrare la città dei deficienti?
Non è solo la città della Ferrari, dell'aceto balsamico, dei tortellini o dello zampone; non è solo Pavarotti o Guccini, non è solo Ghirlandina o Piazza Grande, non è solo Bullismo e Coglionaggine!
E mi sento tanto delusa, perchè si guarda male chi è diverso (una cresta verde in testa o un vestito originale ti procurano molte più occhiatacce a mio parere di un criminale) e poi non ci si accorge che sono quelli che noi adoriamo come idoli, che ci buttano merda addosso!

domenica 25 aprile 2010

25 aprile

25 aprile...giorno della liberazione...se vabbè, chissene frega, credo che direbbero molti.
Io no, io ci penso, penso al suo significato, a ciò che è stato.
Mi chiedo quanti dei ragazzi che ieri sera erano in discoteca (prima e, per molto tempo, ultima volta) con me, oggi si siano fermati a pensarlo!
E io, invece, ho deciso di ricordare, in un qualche modo; nonostante abbia dormito 4 ore soltanto, nonostante stamattina una gara di ginnastica mi abbia tolto tutte le forze, nonostante tante altre cosa.
Oggi pomeriggio sono andata in centro a Modena, c'era Ivano Marescotti (dai che lo conoscete...il padre di Alex in Jack Frusciante è uscito dal gruppo, il tremendo professore di Greco e Latino Gualtiero Caviccioli ne "I Liceali") che leggeva appunti sulla dominazione nazifascista a Modena, appunti della guerra e della resistenza.
E ha detto una bellissima cosa: in questo tempo di revisionismo storico si va sempre di più a paragonare i partigiani, a quelli dello schieramento opposto, fino a renderli martiri allo stesso modo, ma così non è, altrimenti non festeggermmo questa giornata.
Poi c'è stato un concerto con canzoni sempre su resistenza e guerra, aperto con una verisone molto jazz di Bella Ciao.
E qui mi è tornato in mente mio nonno.
Mio nonno steffetta partiginana (perchè minorenne all'epoca della guerra), mio nonno che da piccola mi cantava Bella Ciao e Bandiera Rossa (e poi mia mamma chiede perchè sono politicizzata), mio nonno che è morto quando ero troppo piccola per capire le storie della resistenza e che ora posso acoltare solo perchè raccontate da sua figlia (mia madre).
E mi è venuta una tremenda nostalgia.
E anche tanta rabbia, perchè di giovani non ce ne erano..e oerano davvero pochi.
Cosa dobbiamo aspettare, di avere di nuovo un regime, per ricordare le tante persone che hanno dato la vita per la liberazione?
"nessuna conquista è per sempre, c'è sempre qualcuno interessato a toglierla per cui resistereè, non solo un dovere, ma una necessità dei giovani, altrimenti non si va avanti" (intrduzione a "la pianura dei sette fratelli"- appunti partigiani- mcr)

mercoledì 14 aprile 2010

Dopo la pioggia torna sempre il sole

Camminava sotto il temporale e le sue lacrime si mescolavano al sudore e alle gocce di pioggia.
Non riusciva a capire come il bel tempo e il cielo azzurro di poche ore prima avessero lasciato il posto a quelle nuvole nere cariche d'acqua.
La giornata era decisamente andata male, tra una verifica difficilissima, un'interrogazione sfociata in scena muta (non che non sapesse i concetti, ma inevitabilmente si bloccava per la timidezza e l'ansia, e allora era la fine), un allenamento pesante e lo studio che ancora l'attendeva.
Il motorino non era partito: era stata costretta a lasciarlo parcheggiato davanti alla palestra; l'ombrello non lo aveva (è impossibile che venga a piovere, si era detta prima di uscire di casa) e la borsa da palestra le distruggeva la spalla.
Si sentiva sola, sola e triste...triste però libera.
Non faceva poi così freddo tutta quell'acqua che le scorreva addosso, anche le se pesava il fatto di non potere mettere gli auricolari e ascoltare la musica.
Casa sua era lontana e nessuno poteva accompagnarla, le restavano quindi solo le sue belle gambe e i suoi profondi pensieri a farle compagnia.
Si era incamminata tre gli schizzi delle auto che, quasi impazzite, trasportavano operai stanchi e impiegati stressati verso mete ignote, e le pozzanghere sulla strada.
La sua vita le stava sfuggendo di mano un pezzo alla volta: prima l'amore, poi la scuola, lo sport, le amicizie...le restava solo la musica...FORSE.
Stava cercando di riprendere in mano la situzione, di ricomporre il puzzle delle priorità e degli affetti, ma tutto le appariva lontano, talmente lontano da sembrarle impossibile: guardava la sua vita con gli occhi di un'estranea.
Pensava e piangeva, mentre qualche clacson suonava.
Sapeva che come al solito il pianto le serviva solo per sfogarsi, non era davvero tutto male, anzi, piangere le serviva per ritornare in pace con se stessa...e con gli altri.
Poi d'improvviso, la pioggia era cessata, così come era arrivata, il sole era di nuovo spuntato, timido, a riscaldarle il viso e a farle tornare il sorriso, il buon umore che solo farsi pace dentro le provocava.
A qualche isolato da casa aveva incontrato lui, il suo sogno, il suo unico vero desiderio..e aveva capito che poi le sue erano solo paranoie, che in realtà nulla era perduto.
Si erano abbracciati e tutte le paure di colpo erano andate via...sparite come un brutto sogno...e quel bacio, così potente da riportarla alla realtà...
Per capire che tutto, a parte l'ultimo meraviglioso particolare, erano stati solo un incubo.

Altro racconto frutto di momenti di cazzeggio...

venerdì 9 aprile 2010

il tempo a volte scorre veloce

E' un po' che non scrivo...sorry!
Diciamo che con la primavera, le vacanze di Pasqua, la scuola e gli impegni extrascolastici vari, arrivo sempre a casa con poca voglia di fare...e di scrivere.
Attualmente sono fissata sulla lettura di un libro (il Fasciocomunista) e bene o male riempio ogni momento libero leggendo qualche pagina, quindi anche per questo manco...mea culpa!
Riflettevo oggi, sul fatto che tutto cambia così in fretta che faccio fatica a stare al passo con tutto...
Con la scuola, con le persone, con le idee...
Il tempo passa e bene o male ti rendi conto che lo fa troppo in fretta, che non è mai abbastanza e te ne servirebbe sempre un po' di più.
Eppure certe volte lo scorrere del tempo non lo si percepisce...mi riferisco a quando guardo i volantini del '68 che tengo sulla scrivania e mi rendo conto che siamo di nuovo al punto di partenza, a quando dopo mesi e mesi risento un caro amico e noto che alla fine le cose di cui si parla sono sempre le stesse, e che a parte qualche novità che mi era sfuggita, lui non è cambiato ed è lo stesso che conoscevo io quando andavo alle elementari (passione per il volo a parte).
Dopo queste lunghe chiacchierate mi rendo sempre di più conto che se tra due persone c'è davvero una bella amicizia non sono ne i trasferimenti (e quindi la distanza) ne il tempo a determinarne la fine, diciamo che questa rimane in stand by fino all'incontro successivo, come se tra un incontro e l'altro fossero passati pochi giorni e non mesi o anni.
Fosse sempre così!