Benvenut* nel mio blog

Un diario aperto a tutti, dove i pensieri che ho voglia di gridare possono prendere vita e raggiungere gli altri, per essere condivisi, discussi, anche smontati volendo

domenica 26 settembre 2010

Affidando ad un gioco la gioia e il dolore

Mentre passeggiavano sul tappeto di foglie colorate, che mostravano chiaramente che l'autunno era arrivato, lui le chiese cos'era l'amore.
Lei ci pensò, ci pensò a lungo, fino a farsi venire il mal di testa...poi rispose che non lo sapeva.
Non si era mai posta il problema di cosa fosse l'amore...non si era mai innamorata di una persona.
Per lei l'unica passione era rappresentata dagli elementi chimici.
Legami, reazioni, molecole, atomi, orbitali, composti aromatici, beute, spruzzette, acidi e basi...
Si sentiva affascinata da tutto ciò...ma non era mai riuscita a farsi affascinare da qualcuno.
Si svegliava la mattina, indossava quel suo camice bianco ma logoro...bucherellato dagli spruzzi d'acido che spesso lo raggiungevano.
Passava tutta la sua giornata dentro quel dannato laboratorio, a respirare i vapori delle reazioni, a contemplare provette con indicatori, a fare insomma, quello che era il suo lavoro: la Chimica.
Era stata una sera di inizio settembre, quando ancora il cielo diventava scuro a tarda ora e il clima era ancora "gentile", che si erano conosciuti.
Anche lui era un chimico...ma di diversa pasta rispetto a lei...
Era un tipo sociale lui: uno che quando c'era qualche evento fico in città era sempre presente, uno il cui numero era sulle rubriche di mezza città, uno insomma che non era certo un "topo di laboratorio".
Erano apparentemente due elementi incompatibili...si sarebbe potuto dire che dalla loro unione sarebbe derivata certamente un'esplosione...
E invece, inspiegabilmente si erano trovati...si erano perfettamente legati...
Ma era amore?
Se lo chiedeva lei. Ogni mattina svegliandosi. Indossando quel camice a groviera. Preparando le soluzioni da analizzare. Lavando la vetreria sporca.
Se lo chiedeva lui. Entrando nel grande laboratorio dove lavorava. Preparando le soluzioni da analizzare. Lavando la vetreria sporca. Tornando a casa trovando un post-it sul campanello con scritto "Grazie...".
Insieme stavano bene...si confrontavano, discutevano, si divertivano...
Ma non erano sicuri di amarsi...
La loro complicità era ben oltre l'amore, oltre l'amicizia...oltre qualsiasi sentimento...
Passavano assieme ogni momento libero, ogni sera, ogni notte...
Camminavano su quel tappeto di foglie gialle e rosse, chiedendosi cosa fosse l'amore...cosa fossero loro...cosa ci fosse tra di loro...
Passavano i giorni e assieme alla complicità cresceva anche qualcosa di oscuro...di misterioso.
E come a volte accade con i legami chimici, anche il loro legame si stava rompendo.
Erano come elementi molto reattivi, capaci di rompere e ricomporre i propri legami a velocità assurda...ed erano così anche loro...
Erano in realtà due elementi incompatibili, dalla cui unione sarebbe derivata certamente un'esplosione, ma che per un qualche caso a loro sconosciuto, si erano trovati ed amati.
E quando qualcuno le avrebbe chiesto in futuro cos'era l'amore lei gli avrebbe risposto: Una strana coincidenza di incompatibilità tra elementi...

Racconto ispirato a "Un chimico" di De Andrè...
aspettando le 18 ore di chimica di questa settimana

sabato 18 settembre 2010

Amare è anche lasciare andare...

Si era convinta di amarlo...
-Come diavolo fai ad essere innamorata di uno che praticamente non conosci?- si diceva.
Eppure era certa di non desiderare altri che lui.
Non ricordava di preciso la prima volta che lo aveva visto...non era il tipo di ragazzo da risultare strafico al primo sguardo.
Aveva però, come un segno indelebile, il ricordo preciso (mica poi tanto a pensarci bene) del loro primo incontro, a un concerto di amici comuni.
Nelle presentazioni di rito, i loro occhi si erano incrociati...e da quel momento non aveva capito più nulla!
Si erano parlati qualche volta, sull'autobus, in biblioteca. Parole innocenti che ogni volta le avevano fatto rivoltare lo stomaco.
Non passava giorno, senza che in un qualche modo i suoi pensieri finissero su di lui.
E anche quel giorno era così.
Era seduta su una panchina del parco, seduta di traverso, con quel libro sulle ginocchia...e da venti minuti continuava a leggere la stessa riga senza afferrarne il senso...
Poco prima aveva alzato lo sguardo e aveva incrociato i suoi occhi: ma da quanto cazzo era li a guardarla?
E soprattutto che ci faceva li?
Aveva messo persa la faccenda del libro, lo aveva salutato e si era messa le cuffie, si era alzata e si era avviata verso l'uscita, verso quel parcheggio dove il suo motorino era parcheggiato...
Solo che quando era arrivata, si era accorta che il suo motorino era sparito!
Era stata presa dal panico: ora come ci tornava a casa?
Era tornata sui suoi passi, decisa a chiedere aiuto a lui, era una scusa come un'altra per iniziare una discussione no?
No, era stupido!
Era a pochi metri dalla panchina, quando accanto a lui si era materializzata una dolce fanciulla!
Cadde dalle nuvole: evidentemente non era l'unica ad essere intrigata da lui.
Continuava a camminare.
Si erano baciati...si, adesso aveva la conferma che lui non poteva più essere alla sua portata, non ora.
Era sparita dalla loro vista, era dall'altra parte del parco ormai.
Si era seduta sotto un albero e con Lolli nelle orecchie, aveva iniziato a piangere.
Come poteva essere stata tanto cretina?
Come aveva potuto farsi così tanti viaggi mentali e staccarsi dalla realtà?
Non sapeva nemmeno da quanto tempo era li a piangere...ormai il cielo andava verso la sera.
Meglio incamminarsi, se doveva tornare a piedi, prima di farsi prendere dal buio.
Era passata di nuovo davanti alla panchina...loro non c'erano più...
Arrivata nel parcheggio, si era accorta che il motorino era esattamente dove lo aveva lasciato, e si era chiesta se per caso non avesse sognato tutto.
Infilato il casco era partita...aveva capito però una cosa...
Teneva a lui più di quanto desiderasse davvero starci insieme, lo avrebbe guardato essere felice...e in un qualche modo sarebbe stata felice anche lei...

lunedì 13 settembre 2010

L'estate leggera e silenziosa scivola via

E' finita, anche per quest'anno: è finita e per altri nove mesi non faremo che sognare di potere tornare sulle spiagge, di mettere canotte e bermuda, di mandare al diavolo lo studio...
E' stata un'estate veloce, piena di bei ricordi, ricca di emozioni da non dimenticare.
Mi mancheranno i concerti di Guccini e dei MCR, mi mancherà la Sicilia, con i suoi dolci e i suoi colori, mi mancheranno le amicizie fatte, mi mancheranno le gare nazionali e le prove con la band, mi mancherà la tendata che ieri ha concluso questa estate.
Sono sveglia da un sacco di ore...siamo rimasti svegli tutta notte per guardare l'alba...con la consapevolezza che questa era l'ultima prima di ricominciare a vedere sorgere il sole da una corriera affollata che porta verso scuola.
E' stata, tutto sommato, una bella estate, anche se non la migliore.
Domani inizierò la scuola...in una nuova classe, con nuovi compagni, nuovi professori e nuove materie...la voglia di studiare ancora non c'è...ma ci sarà, o almeno si spera :)
Un buon inizio a tutti, a chi ha già iniziato e chi ancora deve iniziare la scuola, a chi andrà all'Università e chi già lavora...

domenica 12 settembre 2010

Le sensazioni del "dopo spettacolo"

Mi capita ogni volta che c'è un evento importante, del quale io sono protagonista o del quale sono semplice spettatrice.
Mi capita con gli spettacoli teatrali (miei e non), con i concerti (miei e non), con le mie gare e i saggi di ginnstica, con qualsiasi evento aspettato da tanto.
E mi è successo anche stasera dopo la prima (e quasi certamente ultima) esibizione con la mia band...
E' quella sensazione di insoddisfazione, di mancanza di qualcosa...anche se non sei insoddisfatto, anzi, sei entusiasta.
Sarà che l'adrenalina in circolo ora non c'è più, sarà che sai che tutto quello che hai aspettato per mesi, con ansia, con curiosità, ora, non solo è arrivato...ma è pure finito.
Rimane quell'amaro in bocca, che si mescola con la consapevolezza di avere passato qualcosa di bello, che sei certo il giorno dopo svanirà, lasciando solo belle sensazioni...

domenica 5 settembre 2010

Soldi soldi soldi

Ma quanto costa farsi una cultura????
Tasse scolastiche, cancelleria, quaderni, libri di testo, abbonamento dell'autobus da rinnovare ogni anno...
Fortuna che dovrebbe essere un'istruzione a portata di tutti!
Mi chiedo perchè gli editori aumentino ogni anno i prezzi dei libri di testo...sai com'è, sono obbligatori i libri, non è che puoi evitare di comprarli, tranne qualche eccezione...e anche quest'anno sono circa 350€!
Ps...riforma dimmerda, in definitiva ieri ho scoperto che mi sono state tolte 4 ore...non so ancora di cosa...preferirei non doverlo scoprire!