Benvenut* nel mio blog

Un diario aperto a tutti, dove i pensieri che ho voglia di gridare possono prendere vita e raggiungere gli altri, per essere condivisi, discussi, anche smontati volendo

sabato 18 settembre 2010

Amare è anche lasciare andare...

Si era convinta di amarlo...
-Come diavolo fai ad essere innamorata di uno che praticamente non conosci?- si diceva.
Eppure era certa di non desiderare altri che lui.
Non ricordava di preciso la prima volta che lo aveva visto...non era il tipo di ragazzo da risultare strafico al primo sguardo.
Aveva però, come un segno indelebile, il ricordo preciso (mica poi tanto a pensarci bene) del loro primo incontro, a un concerto di amici comuni.
Nelle presentazioni di rito, i loro occhi si erano incrociati...e da quel momento non aveva capito più nulla!
Si erano parlati qualche volta, sull'autobus, in biblioteca. Parole innocenti che ogni volta le avevano fatto rivoltare lo stomaco.
Non passava giorno, senza che in un qualche modo i suoi pensieri finissero su di lui.
E anche quel giorno era così.
Era seduta su una panchina del parco, seduta di traverso, con quel libro sulle ginocchia...e da venti minuti continuava a leggere la stessa riga senza afferrarne il senso...
Poco prima aveva alzato lo sguardo e aveva incrociato i suoi occhi: ma da quanto cazzo era li a guardarla?
E soprattutto che ci faceva li?
Aveva messo persa la faccenda del libro, lo aveva salutato e si era messa le cuffie, si era alzata e si era avviata verso l'uscita, verso quel parcheggio dove il suo motorino era parcheggiato...
Solo che quando era arrivata, si era accorta che il suo motorino era sparito!
Era stata presa dal panico: ora come ci tornava a casa?
Era tornata sui suoi passi, decisa a chiedere aiuto a lui, era una scusa come un'altra per iniziare una discussione no?
No, era stupido!
Era a pochi metri dalla panchina, quando accanto a lui si era materializzata una dolce fanciulla!
Cadde dalle nuvole: evidentemente non era l'unica ad essere intrigata da lui.
Continuava a camminare.
Si erano baciati...si, adesso aveva la conferma che lui non poteva più essere alla sua portata, non ora.
Era sparita dalla loro vista, era dall'altra parte del parco ormai.
Si era seduta sotto un albero e con Lolli nelle orecchie, aveva iniziato a piangere.
Come poteva essere stata tanto cretina?
Come aveva potuto farsi così tanti viaggi mentali e staccarsi dalla realtà?
Non sapeva nemmeno da quanto tempo era li a piangere...ormai il cielo andava verso la sera.
Meglio incamminarsi, se doveva tornare a piedi, prima di farsi prendere dal buio.
Era passata di nuovo davanti alla panchina...loro non c'erano più...
Arrivata nel parcheggio, si era accorta che il motorino era esattamente dove lo aveva lasciato, e si era chiesta se per caso non avesse sognato tutto.
Infilato il casco era partita...aveva capito però una cosa...
Teneva a lui più di quanto desiderasse davvero starci insieme, lo avrebbe guardato essere felice...e in un qualche modo sarebbe stata felice anche lei...

3 commenti:

  1. che tu ci creda o no m'è successa una cosa simile l'anno scorso. I particolari erano diversi ma il risultta uguale...

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  2. tu che sei come me di Formigine avrai forse immaginato anche la storia in Villa...come l'ho immaginata io...
    io ci ho messo del personale...ma forse più dalla parte di lui che dalla parte di lei...

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  3. Ma ho sempre pianto per la sua felicità...

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