Come succede spesso durante l'estate, questa settimana ho letteralmente "divorato" quattro libri, tra cui tre che avevo cercato interessata e che mi stavano particolarmente a cuore: "Il razzismo spiegato a mia figlia" di Tahar Ben Jelloun, "Premiata macelleria afghanistan" (libro di vignette) di Vauro e "Pappagalli Verdi" di Gino Strada...
Leggendo questi tre libri, sono stata spesso vicina al piangere!
A parte le vignette di Vauro che comunque erano abbastanza angoscianti, sono stati i tanti racconti raccolti nel libro di strada che mi hanno fatta stare male...e provare tanta rabbia.
Rabbia per noi che sappiamo che la guerra c'è e non facciamo nulla per cercare, nel nostro piccolo di cambiare le cose, rabbia per quelle mine che mutilano persone ogni giorno, rabbia per come i governi se ne fregano.
E sentendo i tg, vedo che poi i soldati a volte fanno i loro porci comodi...si divertono anche a sparare sui civili...e che cazzo...come quando i medici di Emergency sono stati accusati di favorire il terrorismo...proprio loro che bandiscono qualsiasi forma di violenza...
Leggendo invece il libro di Tahar Ben Jelloun mi sono imbattuta in questo dialogo:
-[...] per giustificare le loro idee di DISCRIMINAZIONE
-Che cosa significa questa parola?-
-Il fatto di separare un gruppo sociale o etnico dagli altri trattandolo peggio. Come se per esempio, in una scuola, la direzione decidesse di raggruppare in una classe a parte tutti gli allievi neri perchè considera questi bambini meno intelligenti degli altri. Per fortuna questa discriminazione non esiste nella scuola francese.
Leggendo questa frase mi è venuto da dire E in Italia?? Grazie al cielo no...ma il discorso delle classi ponte per gli alunni stranieri, che con la scusa del fare loro imparare l'italiano venivano separati dai bambini italiani?
Parlando con un ragazzo della mia scuola, straniero(indiano), per una banale discussione che ho (forse erroneamente) attribuito ad uno scontro tra le nostre culture, ho sentito insultare pesantemente quella che lui chiamava nostra "cultura"...ma era la cultura di massa, quella alla quale io non mi sento di appartenere e che critico...ahi, che male venire a contatto con la dura realtà!!!
Ti consiglio anche (l'ho appena iniziato) "Il mago del vento", un romanzo sempre di Vauro...
RispondiEliminaLe guerre di adesso, sebbene vogliano farci credere il contrario, sono le solite, vecchie, guerre imperialiste. C'è solo un modo per fermarle: rovesciare l'ordine attuale. Lo stesso discorso vale per il razzismo e anche per quella cultura che definisci, giustamente, "di massa". L'Italia (e l'Europa) hanno una immensa cultura, come i paesi asiatici e islamici, che però, al giorno d'oggi, viene tenuta in vetrina, studiata a scuola e usata magari in qualche salotto o fine discussione tra "intelletuali"...la cultura generale, di massa, cui quasi tutti si rifanno ideologicamente e praticamente, è frutto dei rapporti economici che ci governano...rovesciando quei rapporti si avrà una inversione di rotta nei pensieri "di massa"...e si capirà davvero e appieno che la vera cultura non è particolare (di uno Stato o un continente), ma mondiale
A proposito di cultura di massa...poco tempo fa ho anche visto "Videocracy", un altro di quei documentari da fare rizzare i capelli...
RispondiEliminaProprio ora mia nonna ha fatto la domanda che direi tutti prima o poi si sono posti "Ma in tv c'è solo gente bella, di bell'aspetto? E se uno è brutto viene preso in giro?"
Beh, mi sa che ormai è così ovunque, non solo in tv...colpa della "TV del Presidente"???
e A proposito di guerre: ieri in Afghanistan sono morti 2 militari italiani..mi dispiace per loro, ma dopotutto hanno scelto loro di essere li, ma i tanti civili che ogni giorno muoiono, o restano mutilati, hanno avuto scelta????
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