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Un diario aperto a tutti, dove i pensieri che ho voglia di gridare possono prendere vita e raggiungere gli altri, per essere condivisi, discussi, anche smontati volendo

lunedì 5 dicembre 2011

Rughe

Ho iniziato a parlarle in autobus, discutendo su quanto effettivamente potesse andare male quel mezzo che a ogni fermata doveva essere sistemato dall'autista.
Questa signora sulla settantina vestita tutta elegante mi ha fatto tenerezza.
Un po' persa nei suoi discorsi, così fiera nel definirsi umile, così religiosa da farsi e rifarsi il segno della croce passando davanti ad una chiesa.
Mi ha fatto sorridere. Così semplice e così sorridente.
Lei che mi ha detto di avere fatto l'infermiera in Svizzera e a Londra, lei che parlava in francese spedita e raccontava dei fax e delle telefonate in inglese come segretaria di un hotel.
Mi ha detto che noi giovani siamo i suoi angioletti, che se mi incontrerà di nuovo non si ricorderà della mia fisionomia ma che se la saluterò capirà che sono un suo "angioletto".
Mi ha rallegrato la giornata, e mi ha fatto sentire un po' cattivella, pensando a quante volte discuto con mia nonna , che a ottantun anni e con una licenza elementare non sempre afferra i concetti che le propongo, che mi assilla si, ma come tutte le nonne, sbagliando il mio nome tre volte prima di azzeccarlo.
Ecco, penso che i vecchi, i vecchi in generale, possano rappresentare tanto: memoria, affetto, principi.
Per una volta guardiamo i vecchi, quelli pieni di rughe, quelli con la voce un po' rauca, con gli occhi velati dalla cataratta.
Hanno tanto da raccontarci, tanto da insegnarci.
E se anche a noi non farà ridere, avremo fatto un bel gesto di educazione, a posare per qualche minuto il cellulare e a confrontarci con chi gli anni li ha già visti scorrere,e qualcosa, anche se piccolo, lo avremo imparato

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