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Un diario aperto a tutti, dove i pensieri che ho voglia di gridare possono prendere vita e raggiungere gli altri, per essere condivisi, discussi, anche smontati volendo

domenica 27 gennaio 2013

27 Gennaio 2013


«Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.»

Con questa frase di Elie Wiesel inizio il mio ragionamento sul giorno della memoria.

Ho letto, ho visto, eppure faccio davvero tanta fatica a capire e forse non capirò mai.
Non mi è bastato leggere liri a riguardo (parecchi se vado a cercarli), non mi è bastato visitare il campo di Dachau, quello di Fossoli, il museo al Deportato e il Memorial De La Shoah a Parigi, non mi è bastato niente e anche le poche cose che pensavo di avere capito con il tempo mi lasciavano interrogativi enormi.
Non mi riesce ancora di capire come atrocità simili siano state compiute, come siano anche solo state concepite, in nome della razza e dell'odio.
Mi rendo conto che la frase che dice "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario" trova nelle mie parole la conferma.
Aspetto le lezioni di approfondimento che per il prossimo mese mi prepareranno alla visita del campo di Auschwitz. Partirò a metà marzo, con il "Treno per Auscwitz" della regione Emilia Romagna, sperando di aggiungere qualche tassello alla mia conoscenza a riguardo. 
Ma per me, come scrivo tutti gli anni, il giorno della Memoria significa ricordo non solo delle vittime ebree, che si furono la maggioranza, ma di tutte le vittime di questo assurdo periodo storico, compresi Rom, Sinti, omosessuali, oppositori politici e testimoni di Geova. Perché se è vero che davanti alla morte tutti sono uguali, non dovremmo fare distinzioni per le vittime

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