Ultimamente passo le sere a rigirarmi nel letto faticando a prendere sonno. Stasera per evitare di innervosirmi ho deciso di scrivere. Non so bene il motivo di questa mia fatica, probabilmente è il mix di eventi, situazioni, pensieri.
Ci sono dentro fino al collo: maturità, studio per il test di ammissione a medicina, gli impegni che puntualmente da aprile in avanti si accavallano tutti, la sensazione che una grossa parte della mia vita stia volgendo alla sua conclusione.
Tra due mesi le giornate passate in classe dietro un banco saranno finite per sempre, l'università, lo so, sarà diversa, i ritmi saranno diversi, il carico di studio lo sarà.
Il futuro mi fa un po' paura: è un salto nel vuoto, non so su cosa atterrerò, non so se sotto di me ci saranno acqua o sassi, o un volo di centinaia di metri, quello che so è che una volta staccato il piede dal bordo, non lo potrò più rimettere al suo posto.
Indietro non potrò tornare e questo mi dispiace un po', perché non sono sicura di avere sfruttato a pieno tutte le opportunità che mi si sono presentate, non sono certa di avere vissuto tutti gli attimi che potevo vivere, coltivare meglio le amicizie, sorridere di più. Tra due mesi sarò nel mondo dei grandi e in un qualche modo dovrò imparare a volare da sola. Mi tornano alla mente tanti pensieri, mi faccio travolgere dalla malinconia. Mi sento molto sensibile in questo momento, molto vulnerabile, così indifesa davanti a un mondo troppo grande e troppo brutto, dove gli scenari delle favole non trovano posto e dove mi commuovo ogni volta che sento di parlare di qualcosa di bello, di buono, perché invece di essere la normalità è l'eccezione.
Ed
Io? Io sono cattiva quanto tutti gli altri, me ne rendo conto spesso. Quanto gli altri critico, quanto gli altri abbandono, quanto gli altri sono capace di fare del male, e questo è triste.